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Ritrovare spazi persi

Questo l’obiettivo principale del workshop organizzato dall’associazione culturale Avangarden, all’interno della manifestazione Spazi in Attesa (maggio-­‐giugno 2013, Viterbo).

Gli spazi persi, meglio noti come lost spaces, sono spazi obsolescenti e abbandonati, esito di trasformazioni o dismissioni, che si configurano come vuoti urbani, aree residuali, la cui identità e funzione appare incerta. Sono spazi precari, ma anche grandi serbatoi di potenzialità per la città e i cittadini. In attesa di quel cambiamento che restituisca loro una nuova identità, è necessario innanzitutto ritrovarli.


Per questa ragione Lost and Found: progetta l’abbandono ha come obiettivo la riscoperta degli spazi persi e dimenticati della città di Viterbo. Nel workshop i partecipanti sono stati in un percorso di conoscenza del tema e di azione diretta finalizzata al recupero e alla rigenerazione. Tale riscoperta ha consentito l’approfondimento di un tema di grande attualità, ma è stato anche un’occasione per guardare con uno sguardo diverso quegli spazi che normalmente sfuggono agli occhi della quotidianità.

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Forlì

Sono spazi indecisi i luoghi abbandonati, disabitati o dismessi, deantropizzati. Sono spazi indecisi i luoghi dimenticati dall’uomo e dalla nostra società per incuranza, in-cultura, o in attesa di un utilizzo migliore. Nonostante la loro attuale condizione di abbandono, continuano a raccontare una storia, riflesso di un trascorso vitale; il loro carattere ambiguo ci pone interrogativi sul loro passato e sul nostro presente. Rappresentano l’ inconscio urbano, il luogo più profondo e inconsapevole dell’agire dell’ uomo e del suo vivere quotidiano; è la parte che si trova al di sotto della città viva, della (non sempre) razionale urbanizzazione. Spazi Indecisi nasce con l’obiettivo di creare un nucleo catalizzatore di energie volte a fornire nuova linfa vitale ai luoghi dimenticati, facendoli emergere dal subconscio urbano fino alla nostra coscienza.



Francesco Tortori si occupa della direzione, del marketing e della comunicazione di Spazi Indecisi

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progetti realizzati

Cicli indecisi

Totally lost

 

Spazi indecisi

Roma

L'associazione indaga orti e giardini condivisi a Roma, quale azione collettiva di appropriazione dello spazio pubblico urbano e lo sviluppo di pratiche ambientali, economiche e sociali innovative. Zappata romana è un progetto di studioUAP nato nel 2010 con la mappatura degli orti e giardini condivisi esistenti a Roma. Le attività di Zappata romana riguardano la ricerca sulle iniziative in atto dei giardini condivisi e degli orti condivisi e la promozione e la circolazione di esperienze e competenze.



Matteo Micalella collabora con Hortus Urbis, un progetto su spazio pubblico e biodiversità di Zappata Romana e del Parco dell’Appia Antica che ha visto l'attivazione di un’area inutilizzata destinandola a orto didattico antico romano e a spazio pubblico

​sito web

 



progetti realizzati

Mappa degli orti urbani condivisi



eventi

 

Zappata Romana

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Come si è svolto il workshop?

Prima giornata > venerdì 24 maggio

ore 10 - Vivai Michelini

Abbiamo iniziato con una tavola rotonda, riflettendo sui temi legati all'abbandono (nelle sue diverse declinazioni) e sulle pratiche operative di riattivazione dello spazio comune; questa formula di dialogo e condivisione ci è sembrata una modalità utile per affrontare un argomento che riteniamo di fondamentale importanza. Studiando in profondità il tema, abbiano notato che l’attività pianificatoria, prettamente urbanistica, nonostante dedichi considerevoli sforzi teorici nell’approfondimento di questo tema, tuttavia non riesce ad avere la stessa forza operativa sul territorio. In uno scenario del genere, le pratiche bottom up, le pratiche che partono dal basso, che coinvolgono saperi, conoscenze, abilità di numerose persone, acquisiscono una forza che deve essere riconosciuta e legittimata. In questa cornice ci siamo confrontati con alcune realtà associative che operano, seppur con professionalità ed attività diverse, su una piattaforma di pensiero simile. Con Marco Trulli (Cantieri d'arte) abbiamo riflettuto sul ruolo che assume l'arte pubblica in relazione alle dinamiche dello spazio pubblico; con Barbara Ruggiero (AUCS) abbiamo parlato del binomio uomo-ambiente in una prospettiva di sviluppo sostenibile, attento alle generazioni future; insieme a Matteo Micalella (Hortus Urbis) è stato possibile capire meglio la forza delle pratiche di riattivazione degli spazi abbandonati, a partire dall'esperienza di zappata Romana; con Francesco Tortori (Spazi Indecisi) abbiamo affrontato il tema del coinvolgimento dei cittadini e delle possibilità di crescita di una nuova sensibilità civica.

 

ore 15 - Esplorazioni



La giornata è proseguita con le esplorazioni nei luoghi oggetto del workshop: Piazza Campoboio, Ex Centrale del latte e Ex Mercati generali (Mappa); il gruppo ha scattato foto, girato video, intervistato, pensato e riflettuto sulla storia e sulle possibili trasformazioni delle aree.

 

Seconda giornata > sabato 25 maggio
ore 10 - Vivai Michelini



I partecipanti, divisi in tre gruppi, hanno affrontato la parte operativa del workshop: il gruppo A (dismissione), guidato da Francesco, si è concentrato sulla Ex centrale del latte e ha iniziato ad elaborare un documentario video, per raccontare non solo lo stato di fatto, ma anche (e soprattutto) le potenzialità di un'area totalmente dimenticata e hanno iniziato ad organizzare un evento temporaneo nell'area; i gruppi B e C (Abbandono e Interstizi), con l'aiuto di Matteo e Sara, hanno utilizzato  map.it (info), un metodo di mappatura partecipativa, uno strumento che permette di analizzare, pianificare e progettare azioni passate e future legate ad un contesto spaziale specifico e hanno prodotto una proposta di nuovo assetto spaziale dell'area, legato ad un evento temporaneo.



 

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